Studio Calabrese

DR. DAVIDE CALABRESE

Sono Davide Calabrese, nato a Torino, classe 1989. Ho frequentato come tanti le classiche scuole pubbliche della mia zona. Alla fine della terza media ecco che si presenta la domanda della vita: “Cosa vuoi fare da grande?”. Beh! Io un’idea ce l’avevo da tempo: avrei voluto fare il dentista. Detto ciò mio papà mi consigliò di fare il liceo scientifico, poiché il metodo di studio mi avrebbe facilitato all’università e cosi feci senza pensarci due volte, sebbene mia mamma mi avesse consigliato di fare il linguistico.

Ed ecco 6 anni interminabili, oserei dire una vera e propria agonia. Avete letto bene, 6 anni di liceo al posto di 5. Sono riuscito a fare la maturità 2 volte: 2 volte gli scritti e 2 volte gli orali, per poi diplomarmi con un misero 64. Che dire! Forse sarebbe stato meglio ascoltare il consiglio della mamma… d’altronde io i problemi con la matematica li avevo già in prima elementare, non c’era da stupirsi. Una vera e propria zavorra che mi sono trascinato per ben 14 anni, alla quale si sono aggiunti i pesi di fisica e latino.

Diciamo che il percorso di studi liceale è stato un vero e proprio fallimento. L’autostima era scomparsa e i professori, al posto di spronarmi a fare del mio meglio, ogni giorno infierivano, dicendomi che nella vita non avrei mai concluso nulla. Ormai le mie sorti erano segnate. Ci sono però tre persone che non hanno mai smesso di credere in me e che ogni giorno mi danno la carica per continuare a sognare: nonna, mamma e papà. Ed è proprio grazie a quel misero 64, che per me significava “CE L’HO FATTA”, che dissi: “Ora dimostra a tutti quanto vali!”.

Senza dire nulla a nessuno mi iscrissi all’università, informando i miei genitori solo a fatto compiuto.
Questa volta 5 anni di corso di laurea in 5 anni. Avete letto bene: laureato in tempo! L’unico esame che ho dovuto ridare ben 4 volte, come potreste immaginare, è stato STATISTICA ovvero MATEMATICA. La quarta volta il prof. mi disse: “Calabrese vada e non si faccia più vedere”. Era sfinito.

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Dentista a Torino

Ed ecco che finalmente il 14 giugno 2014 divento dentista. Avevo raggiunto il mio obiettivo, ora bisognava darsi da fare ed entrare a far parte del mondo dei grandi lavoratori.

Personalmente ho avuto la fortuna di avere un grande maestro, ovvero mio papà, che mi ha insegnato TUTTO ciò che potesse al meglio, lasciandomi fare a modo mio. Questo mi ha permesso di accrescere le mie capacità e di aumentare la fiducia in me stesso.

Ho cominciato a lavorare per mezza giornata nello studio di famiglia e la restante mezza giornata in studi di vari colleghi che avevano bisogno di un neolaureato che facesse il “lavoro sporco”, ovvero tutte quelle cose che i “grandi” non hanno voglia di fare (otturazioni, pulizie dei denti, cementazioni, estrazioni semplici). Tra una pacca sulle spalle e qualche cazziatone, mi venivano svelati sempre nuovi trucchi del mestiere, costruendo solide basi professionali.

La formazione internazionale

Nel 2016 decisi che era il momento di crescere professionalmente. Dopo svariate ricerche, mi iscrissi al master internazionale di chirurgia e implantologia ESIRO di Barcellona: frequenza obbligatoria dal giovedì al sabato ogni settimana. Non potendo lasciare il mio studio di Torino, la routine settimanale cambiò drasticamente: dal lunedì al mercoledì sera vivevo a Torino e dal giovedì alla domenica a Barcellona. Per carità il sabato sera era una vera e propria festa in terra spagnola, però posso assicurarvi che dopo due mesi questo andare e tornare si faceva sentire.

Come se non bastasse il master includeva una parte di studi in terra americana alla NYU di New York. Da fuori una vera e propria figata, ma partecipare alle lezioni in inglese, con slang americano, era tutt’altro che una passeggiata.

Una volta concluso il mio master, eccomi di ritorno nella mia amata Torino, una città un po’ troppo tranquilla, tanto che nel giro di cinque settimane decisi che era ora di fare nuove esperienze.

Essere un dentista nomade faceva di me un professionista differente.

Facendo leva sulla mia conoscenza del francese, puntai su Parigi. Una scelta non facile poiché dovetti dare l’esame di stato in francese per convalidare la mia laurea.

Ufficializzata la mia laurea in terra straniera, trovai subito lavoro presso uno studio. Mi sorprese il fatto che mi assumessero ancora prima di vedermi all’opera. Il primo giorno di lavoro la mia agenda contava ben 25 pazienti, un numero per me esorbitante. Solo in seguito scoprii che l’afflusso di gente era così forte da avere 3 mesi di lista d’attesa. Ecco risolto il mistero dell’assunzione in fiducia: c’erano troppi pazienti e pochi dentisti. Ogni giorno visitavo in media dai 25 ai 32 pazienti. Questo ha fatto sì che il mio modo di lavorare si velocizzasse e io ampliassi la mia visione delle terapie. 25 pazienti al giorno per 5 giorni sono 125 pazienti a settimana, ciascuno con patologie e problematiche differenti: esperienza ben diversa dai 10 pazienti che vedevo giornalmente nel mio studio di Torino.

L’esperienza francese durò un anno e mezzo: vivere 5 giorni a Parigi e altri 5 a Torino non è semplice, gli effetti dell’aereo iniziavano a farsi sentire.

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Il ritorno in Italia

Nel 2020 decisi di farmi conoscere, oltre che in terra straniera, anche sul territorio nazionale e rivolsi la mia attenzione su Milano.

Senza esitazioni bussai alla porta dello studio più vicino alla stazione Milano Centrale, la clinica Medical Group. Ricordo di essere entrato chiedendo gentilmente un colloquio con un responsabile. Mi fecero attendere qualche minuto, poi mi fecero entrare in una stanza, dove adocchiai una pila enorme di curriculum vitae di colleghi che, come me, avevano tentato la fortuna. Mi resi conto di aver lasciato il mio curriculum a casa, al che mi dissi: “e adesso che gli dico?” Ed eccolo, con aria gentile entrò nella stanza e si presentò chiedendomi perché fossi lì. Non avevo molte opzioni e me la giocai d’istinto. Presi coraggio e dissi semplicemente la verità, svelando la mia intenzione di farmi conoscere a Milano. Il mio curriculum non fu mai consegnato, perché il giorno dopo il colloquio la segretaria mi chiamò dicendomi che ero stato assunto. In 20 giorni diventai il responsabile del reparto di odontoiatria della clinica.

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Ho voluto condividere con voi lettori la mia storia per dimostrare che nella vita nulla è impossibile, d’altronde come mi dissero un giorno:

Con le capacità fai quel che puoi, con la volontà quel che vuoi“.

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